L’ISOLAMENTO A CAPPOTTO

isolamento a cappotto

Sommario:

LA STRATEGIA DELL’ ISOLAMENTO A CAPPOTTO NELLA CASA SENZA GAS

Nella casa senza gas, una delle strategie più efficaci per ridurre i consumi è l’isolamento termico. Posando il cappotto termico, non solo si abbassano le spese energetiche, ma si può ridurre la potenza richiesta al contatore, limitandola al sistema monofase (6-8 kW). Investire nell’isolamento durante una ristrutturazione permette di ridurre anche i costi iniziali per l’installazione dell’impianto elettrico.

ISOLAMENTO A CAPPOTTO DALL’ESTERNO  DELLE PARETI PERIMETRALI

Se non vi sono vincoli che obbligano a procedere diversamente, è preferibile isolare dall’esterno per minimizzare i ponti termici. L’involucro della casa è composto da partizioni orizzontali e verticali, opache e trasparenti (solai, pareti e infissi). Agendo dall’esterno sulle pareti con continuità, si realizza il cosiddetto “cappotto” termico. Per assicurare la continuità dell’isolamento, secondo il principio della linea continua, questo tipo di coibentazione deve integrarsi con gli altri elementi che costituiscono l’involucro edilizio, come:
  1. Infissi
  2. Solai, soffitti e solai di copertura (isolamento copertura)
  3. Solai del pavimento e vespai  (isolamento controterra)
Il cappotto infatti è costituito dai seguenti componenti:
  1. malta collante,
  2. pannello isolante,
  3. tasselli di fissaggio,
  4. malta rasante,
  5. rete d’armatura,
  6. il primer
  7. il rivestimento,
  8. gli accessori.
stratigrafia isolamento a capotto
Stratigrafica cappotto (Manuale Cortexa)

IL CAPPOTTO INTERNO

Spesso si parla erroneamente di “cappotto interno” quando si fa riferimento all’isolamento interno. Tuttavia, per essere considerato un vero cappotto, l’isolamento deve essere continuo, proprio come un abito invernale che ci protegge dal freddo. Isolando dall’interno, la continuità è interrotta da partizioni interne come pareti e solai. Questa soluzione, seppur possibile, rende più difficile correggere i ponti termici e riduce la superficie abitabile/calpestabile.

LE PRESTAZIONI DELL’ISOLAMENTO A CAPPOTTO

Il cappotto termico limita le dispersioni di calore in inverno. Tuttavia, non è sempre vero che protegga efficacemente anche dal calore estivo. Non tutti i cappotti sono adatti a questo scopo. Per ottenere una buona protezione in estate, il materiale isolante deve avere specifiche caratteristiche, come: – Bassa conduttività λ [W/mK] – Alta densità ρ [kg/m³] – Alto calore specifico c [J/kgK] – Alta capacità termica volumica C [kJ/m³K] – Bassa diffusività α [m²/s] Materiali come fibre legnose, sughero e canapa sono ideali per garantire un’adeguata attenuazione e sfasamento dell’onda termica in estate. Con spessori adeguati, questi materiali assorbono il calore di giorno e lo rilasciano la sera, quando il flusso termico si inverte.

DECIDERE SE UTILIZZARE IL “SISTEMA CAPPOTTO”

Il cappotto può essere progettato dal progettista edilizio-architettonico autono mamente o seguendo la norma UNI/TR 11715:2018. In tema di isolamento a cappotto, le norme di riferimento sono: – UNI/TR 11715:2018-Isolanti termici per l’edilizia – Progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno (ETICS). – UNI 11716:2018-Figure professionali che eseguono la posa dei sistemi compositi di isolamento termico per esterno (ETICS) – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza. Queste norme, seppur volontarie, rappresentano lo standard per la progettazione e installazione di cappotti termici. Se il progettista sceglie di seguire la norma UNI, utilizzerà un “sistema a cappotto” certificato. Offrono sistemi a cappotto certificati con vasta gamma di soluzioni Settef, gruppo Ivas, Univer , Colorificio Paulin, Mapei,Sikkens, Rofix,Viero.

SCEGLIERE L’ISOLANTE PER IL CAPPOTTO

Ogni sistema a cappotto include un isolante specifico. I materiali più comuni sono il polistirene espanso (EPS o XPS), poliuretano (PU), resine fenoliche, lana di roccia, sughero, fibre legnose e aerogel.Il progettista di concerto con le esigenze della committenza sceglie l’isolante e il relativo kit promosso dal produttore di sistema. Ogni materiale ha dei punti di forza e dei punti di debolezza. La scelta è possibile farla seguendo certi parametri specifici. Principalmente i fattori che influenzano la scelta di un isolante piuttosto che una altro sono:
  • la conduttività
  • la densità e il calore specifico
  • l’igroscopicità e la resistenza al vapore
  • la resistenza al fuoco
  • il potere d’isolamento acustico
  • l’origine (naturale o sintentica) e l’impatto ambientale (GWP)
  • il prezzo
scelta isolamento a cappotto
fig.1-Fattori che influenzano la scelta isolante
fig.1-Fattori che influenzano la scelta isolante

SCEGLIERE LO SPESSORE DELL’ISOLANTE PER IL CAPPOTTO TERMICO

In base alla trasmittanza da ottenere (richiesta per legge dal DM 8 agosto 2020 allegato E) e dalla resistenza termica della parete di partenza si può stimare lo spessore dell’isolante. Per esempio:

  • Siamo in zona climatica E
  • la trasmittanza deve essere inferiore a 0,25 W/mqK,
  • la resistenza termica corrispondete è 1/0,25= 4 mqK/W,

Se il muro di partenza è un muro di mattoni pieni a due teste intonacato,

  • tale muro ha una resistenza di 0,528 mqK/W,
  • otteremo che la resistenza da integrare potrebbe essere:
  • 4,00-0,528=3,472 mqK/W,

Ottenibili con 10 cm di poliuretano, con 12 cm di XPS, con 14 cm di EPS , 14 di lana di roccia…

Una volta ottenuto questo valore di riferimento però il calcolo deve essere affinato perché la trasmittanza massima per legge (interventi di ristrutturazione pesante o nuova costruzione) deve essere calcolata tenendo conto dei ponti termici.

La trasmittanza da ottenere è la media tra la trasmittanza delle pareti e la trasmittanza lineica dei ponti termici. Ciò non è stimabile a priori con un calcolo semplificato. Se vuoi “cascare in piedi” organizzati considerando il pannello di spessore superiore di due taglie . Nel caso appena esaminato…dovresti prevedere non di mettere il 10 cm, ma probabilmente il 14 . Se il progettista è bravo con l’eliminazione dei ponti termici forse ce la potresti fare anche con il pannello da 12 cm.

SOSTITUZIONE INFISSI : SI O NO?

Prima di iniziare i lavori, è importante decidere se sostituire gli infissi. Se gli infissi sono sul filo esterno della muratura, il ponte termico può essere ridotto al minimo con l’installazione del cappotto. Se invece gli infissi sono sul filo interno, sarà necessario realizzare delle “spallette isolanti” per garantire continuità all’isolamento.

fig.2-Posizione infisso e spallette
spallette nel cappotto termico
fig.2-Posizione infisso e spallette

Nel caso gli infissi sono sul filo interno e devono essere mantenuti la lavorazione è questa:

  • Si montano i profili porta intonaco sulla battuta dell’infisso esistente
  • Si mette della pellicola di nylon a protezione dell’infisso fissandola con il biadesivo del profilo
  • Se si effettua la lavorazione a secco (per fare meno sporco) si montano le spallette già fatte
  • Se invece si procede in maniera tradizionale si monta la spalletta , si monta l’isolante e si rasa

Se invece l’infisso va sostituito e scegli di mantenerlo su filo interno si procede così:

  • Si smonta la vecchia finestra/porta.
  • Si passa poi a montare il contro-telaio (in legno o in materiale plastico) .
  • Su questo si monta il profilo angolare porta intonaco e la spalletta con l’isolante.
  • Si procedere alla rasatura e a completare il cappotto, soglie comprese.
  • A lavoro finito verranno possono essere montanti gli infissi.

LA SOSTITUZIONE DELLE SOGLIE

La non sostituzione degli infissi si accompagna ad un altro problema. La soglia passante di base costituisce un ponte termico importante. Con la sostituzione degli infissi è possibile risolvere questo problema attraverso l’elemento base del contro-telaio che fa da taglio termico, predisponendo poi una soglia interna e una interna a battere nel telaio. Se non si rimuovono gli infissi diventa difficile effettuare il taglio termico con la sicurezza di non danneggiare l’infisso stesso.

 

Taglio termico soglia
fig.3-Soglia senza taglio termico (sinistra)e con taglio termico (destra)
Sohlia senza taglio termico
fig.3-soglia senza taglio termico (condensa)

ATTACCO A TERRA

Se l’intervento del cappotto parte da terra, il progettista ne deve tener conto. La zona a contatto con il terreno è più umida e in generale deve garantire maggior protezione contro gli urti. Nell’attacco a terra si ricorre ad isolanti a cellula chiusa e più resistenti a compressione.

Per questo tipo di impiego è molto valido l’XPS (lo Stirodur CS è un buon prodotto). In genere si monta il primo pannello isolante a 10 cm da terra con l’ausilio di profilo metallico che fa da base di partenza per garantire lo stacco dall’umidità e una corretto allineamento nella partenza della posa.

 

fig.4-schema attacco a terra cappotto

IL NODO DI CONNESSIONE TRA  COPERTURA E CAPPOTTO TERMICO

Il progettista oltre a progettare a gestire l’attacco a terra deve necessariamente curare il raccordo con la copertura. Negli edifici nuovi l’aggetto di gronda può essere progettato in modo da creare continuità con l’isolamento della copertura. L’aggetto di gronda negli edifici esistenti che vengono riqualificati, l’aggetto di gronda crea discontinuità. Questa discontinuità può essere accettata se viene valutato che il ponte termico è ridotto al minimo oppure si deve intervenire “impacchettando” la gronda con l’isolante.

 

aggetto gronda e cappotto
fig.5-Gronda "impacchettata" (A) e "spezzata" (B)

IL RILIEVO DI TUTTO CIO’ CHE E’ ATTACCATO AL MURO

Negli edifici esistenti oltre alla naturale articolazione delle facciate spesso sono presenti altri elementi secondari che vengono fissati ai muri: i pluviali, i tubi del gas passati in esterno (che spero metterai in conto di smantellare) , tende da sole, lavabi (sui terrazzi), unità esterne dei condizionatori (montate a zaino) , lampade.

Il progettista, dovrà rilevare tutti questi elementi e decidere con te committente come precedere. Smontare e rimuovere per gli elementi non indispensabili. Smontare e rimontare stando attento ai ponti termici tutto ciò che verrà lasciato.

Per ancorare gli elementi di cui sopra devono essere scelti dal progettista una serie di accessori per il loro fissaggio : elementi per ancorare le persiane oscuranti, per fissare le inferiate, per ancorare le tende, le scatole di derivazione e per l’uscita elettrica per l’alimentazione delle lampade.

 

rilievo accessori cappotto termico
fig.6- Esempio rilievo della facciata

IL FISSAGGIO DELL’ISOLANTE NEI CAPPOTTI TERMICI :  COLLA E TASSELLI

Se il progettista procede in autonomia dovrà scegliere colla e tasselli . Se ha scelto un sistema dovrà scegliere tra quelli forniti con il kit. Di base viene scelto il collante in funzione del tipo di supporto e del materiale scelto per l’isolante.

Le tecniche d’incollaggio sono due: con condolo perimetrale e punti o tutta superficie (con spatola dentata, consigliato per bassi spessori).Per la tassellatura deve essere fatta con schema di posa diverso (a T o a W) se l’isolante si presenta in pannelli rigidi (EPS , XPS, PU) oppure in materassini morbidi (lana di roccia , lana di vetro). Il tassello può essere più corto per i nuovi edifici (visto che puo procedere all’incollaggio direttamente sulla muratura oppure consideranti 1,5 -2 cm in più per gli edifici esistenti già intonacati.

In entrambi i casi il produttore indica la lunghezza minima di ancoraggio nella struttura (di solito intorno ai 40 mm). Il progettista architetto o ingegnere , deve fare poi una verifica in base alla zona di vento quale sia il numero minimo di punti di ancoraggio.

 

tassellatura isolamento a cappotto
fig.7- Schema di posa a T e W

LA PROTEZIONE DELL’ISOLANTE: LA RASATURA E LA RETE

L’isolante viene protetto dalle intemperie a mezzo di un rasante in cui viene interposta la rete di armatura. Il rasante, a meno di esigenze specifiche , in genere è lo stesso prodotto che viene utilizzato come collante. Data la prima mano di rasante si annega e si incorpora la rete con sovrapposizione tra le varie porzioni di almeno 10 cm.

In questa fase devono essere montati anche i profili angolari, i profili a gocciolatoio e i giunti di dilatazione. Gli strati di rasante minimi sono due. In circostanze particolari si può ricorrere a più mani di rasante o più strati di rete.

La rete serve per evitare cavillature e assorbire i movimenti che potrebbero essere indotti dai pannelli con le dilatazioni termiche e di base vengono usate reti trai 140 e 160 gr/mq.

Nel caso poi si debbano fare dei rivestimenti in pietra o altri materiali a spessore (listelli, pietra,mattonelle) la rete dovrà essere più resistente per cui dovrà ricorrere a reti a grammatura superiore. Il progettista dovrà scegliere rasante e tipo di rete anche in funzione delle scelte di finitura del committente (vedi paragrafo sotto).

LA FINITURA DEL CAPPOTTO : IL RASANTE FINALE O IL RIVESTIMENTO

Una volta realizzata la rasatura, si deve procede a passare il fissativo che fa aggrappante e può procedere a posa allo strato di finitura costituto da paste Acriliche, acril-silossaniche, silossaniche o ai silicati a dispersione. Sono da escludere prodotti a base di calce e silicati puri perché non sono idrorepellenti e posso a lunga danneggiare gli strati d’isolante sottostanti.
L’intonaco di finitura in genere risulta vere già un colorazione, che dovrà essere scelta dal committente, guidato dalle indicazioni tecniche del progettista. Sono infatti da evitare colorazioni eccessivamente scure con indici riflessione inferiori al 20% perché potrebbero dare origine a eccessivo assorbimento di calore in regime estivo, creando maggiori sollecitazioni e invecchiamento prematuro del sistema.
Oltre alla finitura con effetto intonaco al fine avere un effetto estetico diverso e un maggiore resistenza agli urti , il cappotto può essere rivestito con elementi rigidi modulari idonei:

  1.  -piastrelle in ceramica (gres porcellanato o klinker), norma EN 14411;
  2. -listelli in cotto tipo effetto mattoncino facciavista, norma EN 771-1; 
  3. -pietra ricostruita, norma EN 771-5; 
  4. -pietra naturale, norma EN 12440 o EN 12057

LA SCELTA DELLA DITTA E LA DIREZIONE LAVORI NEL ISOLAMENTO A CAPPOTTO

Una volta che il progettista e tu committente avrete concordato l’intervento scegliendo tra tutte queste opzioni. Il progettista dovrà mettere su carta un progetto esecutivo per comunichi le scelte effettuate. A seguire dovrà essere elaborato un computo per poter richiedere l’offerta alle ditte .
Per avere garanzia di risultato le ditte dovrebbero avere le certificazioni di posatori esperti e qualificati ai sensi della norma UNI 11716.
Ideale sarebbe poter avere più offerte. In questa fase deve essere definito il capitolato d’appalto che stabilirà le regole e prestazioni che dovrà garantire l’opera e che farà dda base al contratto con la ditta appaltatrice. Il progettista dovrebbe verificare quanto viene realizzato corrisponda a quanto progettato con la direzione dei lavori. Se il progettista non fa la direzione lavori deve essere interpellato un altro professionista qualificato che effettui questo lavoro di controllo.

INCENTIVI SULL’ ISOLAMENTO A CAPPOTTO

Fino alla fine del 2024, il cappotto è incentivabile con l’ecobonus al 65% o con la detrazione per ristrutturazioni al 50%. È probabile che dal 2025 le modalità di incentivazione cambieranno, quindi conviene affrettarsi. Se vuoi effettuare un intervento di isolamento a cappotto, puoi rivolgerti a CSGT – Casa Senza Gas Toscana . Noi ti possiamo consigliare e guidare per effettuare l’intervento senza problemi.


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